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    Parco Archeologico

    Terme

    Il complesso è costituito da una serie di ambienti allineati lungo la strada basolata. Dall'ingresso da sud-ovest (A) si accede all'ambiente probabilmente adibito a spogliatoio (C), al vano per i bagni freddi (B) decorato con mosaico ad animali marini è provvisto di vasca semicircolare. Un passaggio (oggi non più visibile) metteva in comunicazione con i vani riscaldati; il primo (D) era originariamente pavimentato in marmo e conserva ancora oggi in parete i tubi di terracotta per il riscaldamento mediante aria calda, che vi affluiva da un'intercapedine sottostante al pavimento e comunicanti con i forni (E). Analogo sistema e utilizzato nei due vani seguenti (F), rispettivamente un altro TEPIDARIUM o ambiente per la sa una (LACONICUM) e la stanza per i bagni caldi (G) provvista di vasca in muratura.

    Il complesso comprendete ambienti di servizio (H) alle spalle del CALIDARIUM e un cortile porticato su un lato sud-ovest (I), forse palestra.

    Nella sistemazione attualmente visibile, risalente al secondo secolo d.C. e con ristrutturazioni di terzo secolo d.C., i vani caldi D-F appaiono suddivisi e i settore affiancati sulla strada sono utilizzati come sete per nuovi forni. Alcuni ambienti realizzati in blocchi di tufo (B1), nell'area sottostante il mosaico del FRIGIDARIUM, oggi ricoperti, sembrerebbero relativi ad un edificio pubblico di notevole mole di età repubblicana (II-I secolo avanti Cristo), di cui al momento non sembra riconoscibile una destinazione coerente con le fasi successive. Al primo secolo d.C. è riconducibile la prima realizzazione sicuramente termale; le fasi successive conservano l'impostazione generale del complesso e la distribuzione funzionale degli ambienti, con un generalizzato intervento di consolidamento strutturale. L'abbandono ebbe inizio a partire dal quarto secolo d.C.

    Fonte: Ente provinciale turismo Potenza

    Parco Archeologico

    L’unicità del caso di Venosa emerge dalle possibilità che questo centro offre avendo conservato una notevole parte dell’area urbanizzata in antico priva di edilizia moderna; il comprensorio della Santissima Trinità, ricco di testimonianze di una continua occupazione dalla fase repubblicana romana all’età medioevale inoltrata, non ha infatti subito il traumatico inserimento della città moderna ed offre dunque un esempio rarissimo di stratigrafia urbana antica e medioevale indisturbata in un centro moderno.

    La particolare disponibilità di questa città a divenire un caposaldo nello studio dell’evolversi dei centri di fondazione antica e vissuti continuativamente fino ad oggi è altresì garantita dalla qualità delle testimonianze monumentali e dalla vasta gamma delle tipologie architettoniche conservate.

    I modelli delle di impianti abitativi verificabili nella zona del Santissima Trinità possono tradurre in chiave areale, e dunque completare, i documenti monumentali conservati a livello episodico e parziale negli isolati della città moderna; il rapporto tra gli spazi pubblici e privati nella stessa area-pilota può guidare l’analisi filosofica del parcellario del centro storico; la presenza di impianti specialistici (anfiteatro, terme) è indizio del livello di monumenti che non potevano essere assenti in un centro la cui immagine era di massimo rilievo nell’ideologia della urbanitas antica.

    Non diversamente la qualificazione architettonica dei monumenti ecclesiali della zona della Santissima Trinità in vita alla formulazione di problematiche anche nel campo delle testimonianze quasi sempre indirette di analoghi complessi, che altrove hanno lasciato brani monumentali riutilizzati o inglobati in successive superfetazioni, dalla cattedrale al castello.

    L’impianto termale, l’anfiteatro e il complesso ecclesiale della Santissima Trinità costituiscono i monumenti principali dell’itinerario archeologico, ma per evitare che si pongano quali episodi isolati nella lettura storica e topografica del comprensorio devono costituire le tappe del continuum della città. In tal senso accanto al plafond del tessuto abitativo assume grande significato la maglia viaria antica che sarà sempre più con il procedere delle ricerche l’elemento di collegamento tra le varie aree del parco, individuando già di per sé il filo del percorso attrezzato secondo il concetto informatore di “capire una città percorrendo le sue strade”.

    Fonte: Ente provinciale turismo Potenza

    Domus

     

     

    Dall'ingresso sulla via basolata un breve corridoio immette nell'atrio con IMPLUVIUM o vasca al centro (A) e pavimento a mosaico a motivi vegetali con tessere bianche e azzurre. Dei due vani laterali, forse aperte sulla strada, quello orientale (B) conservava tracce dell'alloggiamento di grossi contenitori per derrate alimentari (DOLIA).

    Affacciano sul atrio quattro stanze o CUBICULA (C), mentre sul lato di fondo si apre il vano principale, anch'esso mosaicato (D), da identificare con il TABLINUM fiancheggiato dalle ALAE.

    Il settore orientale della casa, confinante con l'edificio termale, sembrerebbe destinato agli ambienti di servizio (E).

    La costruzione iniziale della Domus è databile al secondo secolo avanti Cristo, ma i pavimenti musivi sono riconducibili ad una ristrutturazione della prima età imperiale.

    L'indagine archeologica ha inoltre documentato, al di sotto degli ambienti visibili, lacerti murari relativi a fasi edilizie precedenti e alcune fornaci, probabilmente di terzo secolo avanti Cristo.

    Ad un momento di riutilizzo dell' area posteriore al crollo della casa appartengono i muri a secco disposti obliquamente sulle strutture romane, inquadrabili in età altomedioevale (F).

    Fonte: Ente provinciale turismo Potenza

     

     

    Complesso Episcopale

     

    In un'area già occupata da edilizia residenziale, di cui sono visibili alcuni resti murari e pavimentali, come il mosaico con testa di Medusa di età imperiale (A), sorse tra il quinto e sesto secolo la cattedrale di Venosa, comportando anche l'ammodernamento dell'asse stradale che definisce verso ovest l'INSULA EPISCOPALIS.

    Il complesso che gli scavi hanno restituito si compone di due chiese, una visibile al di sotto della chiesa della Santissima Trinità, e l'altra sul suo fianco occidentale. Quest'ultimo si configura in un edificio a terminazioni trilobata con deambulatorio esterno, contenente al centro una vasca battesimale esagona (B), provvista di canale di flusso, in passato interpretato come battistero.

    Indagini più recenti, esclusa questa possibilità, hanno invece orientato la lettura della struttura trilobata della chiusura di un impianto basicale a tre navate, contenente una seconda vasca (C).

    La difficoltà di distinguere tra i muri romani obliterati e quelli reimpiegati in età tardo antica, rinvenuti poco più che a livello di fondazioni, non consente di definire in modo sicuro la planimetria della chiesa, i suoi rapporti con i due ambienti rettangolari posti ad est, dei quali solo uno conserva ancora una ricca pavimentazione musiva, e gli eventuali collegamenti con l'altra chiesa. Analogamente riesce difficile stabilire con certezza la contemporaneità o la successione ai due edifici.

    Fonte: Ente provinciale turismo Potenza

     

     

    Complessi Residenziali

     

    Le strutture situate nell'isolato delimitato da due assi viari basolati sono in gran parte relativi ad edifici abitativi. Gli ambienti adiacenti alla strada meridionale, di difficile interpretazione, sembrerebbero adibiti, almeno in parte, a funzione commerciale come TABERNAE (A).

    Sulla stessa via si affaccia, mediante l'ingresso con soglia (B), una domus di grandi dimensioni, estesa fino al limite opposto dell'isolato. L'atrio, con pavimento a mosaico era provvisto di una vasca con cornice modanata (IMPLUVIUM) per la raccolta dell'acqua piovana (C), poi conservata in una cisterna sottostante di cui è visibile l'imboccatura del pozzo.

    Ai lati si aprivano alcune stanze o CUBICOLA (D), mentre sul fondo c'era la sala principale o TABLINUM (E); uno stretto corridoio e metteva in un cortile porticato o OERISTIYLIUM (F), messo in luce solo in parte, di cui si conservano tracce della pavimentazione e delle fondazioni di pilastri o colonne. Parte degli ambienti di fondo del porticato erano aperti forse sulla strada adiacente, anche se probabilmente con utilizzo commerciale (TABERNAE).

    La domus, nella fase ora visibile, mostra pavimenti mosaicati attribuibili al secondo secolo d.C., ma strutture murarie precedenti, ora coperte, si sono rinvenuti in più punti dell'edificio.

    Il settore orientale dell'isolato era occupato da un altro complesso, anch'esso di uso abitativo, di cui si è scavata solo una parte. Ne sono visibili ambienti con muratura in opera incerta e pavimenti in cocciopesto con scaglie marmoree; vi si riconoscono parti di un PERISTYLIUM con colonne in laterizi, uno dei vani di fondo che vi si affacciavano e un vasto ambiente laterale che conserva solo un lacerto dell'originaria pavimentazione musiva.

    Fonte: Ente provinciale turismo Potenza

     

     

    Anfiteatro Romano

     

    Il monumento fu realizzato in parte sul terrapieno artificiale, in parte adagiato sul pendio collinare. Le ellissi, scavata solo parzialmente, era costituita da un anello esterno pilastrato e da un corpo centrale su tre livelli, occupate dalle gradinate della IMA, MEDIA e SUMMA CAVEA.

    I settori erano sostenuti da tre corridoi anulari e da ambienti delimitati da muri radiali generalmente non accessibili, tranne i due posti ai lati dell'asse maggiore, presso i quali si saliva all'IMA CAVEA.

    Il passaggio alle gradinate avveniva attraverso l'ambulacro (A); alla SUMMA CAVEA conducevano anche rampe poste lungo il portico esterno, di cui sono visibili solo le fondazioni in opera cementizia e parte dei plinti in pietra. Al centro dell'arena (B) alcuni ambienti sotterranei (C) con funzione di servizio (magazzino per le attrezzature, ricoveri per le bestie da combattimento, ecc.) sono scavati nella roccia e foderati in opera mista.

    L'anfiteatro, costruite in opera reticolata nel corso del primo secolo dopo Cristo, ebbe grossi interventi di consolidamento strutturale durante il secondo secolo d.C., mediante muri di rinforzo in opera mista, fase in cui sono da ricondursi anche i sotterranei.

    L'edificio venne realizzato in un'area già edificata, saldando e perimetrando, con un muro in opera reticolata, due isolati dell'estrema periferia cittadina ed una strada (D).

    Numerose strutture plausibilmente abitative (E), non più visibili, rinvenute inglobate nei cunei e nella zona antistante l'anfiteatro, si riferiscono a fasi edilizie repubblicane (terzo-primo secolo avanti Cristo).

    Fonte: Ente provinciale turismo Potenza

     

     

    Le terme

     

    Il complesso è costituito da una serie di ambienti allineati lungo la strada basolata. Dall'ingresso da sud-ovest (A) si accede all'ambiente probabilmente adibito a spogliatoio (C), al vano per i bagni freddi (B) decorato con mosaico ad animali marini è provvisto di vasca semicircolare.

    Un passaggio (oggi non più visibile) metteva in comunicazione con i vani riscaldati; il primo (D) era originariamente pavimentato in marmo e conserva ancora oggi in parete i tubi di terracotta per il riscaldamento mediante aria calda, che vi affluiva da un'intercapedine sottostante al pavimento e comunicanti con i forni (E).

    Analogo sistema e utilizzato nei due vani seguenti (F), rispettivamente un altro TEPIDARIUM o ambiente per la sa una (LACONICUM) e la stanza per i bagni caldi (G) provvista di vasca in muratura.

    il complesso comprendete ambienti di servizio (H) alle spalle del CALIDARIUM e un cortile porticato su un lato sud-ovest (I), forse palestra.

    Nella sistemazione attualmente visibile, risalente al secondo secolo d.C. e con ristrutturazioni di terzo secolo d.C., i vani caldi D-F appaiono suddivisi e i settore affiancati sulla strada sono utilizzati come sete per nuovi forni. Alcuni ambienti realizzati in blocchi di tufo (B1), nell'area sottostante il mosaico del FRIGIDARIUM, oggi ricoperti, sembrerebbero relativi ad un edificio pubblico di notevole mole di età repubblicana (II-I secolo avanti Cristo), di cui al momento non sembra riconoscibile una destinazione coerente con le fasi successive.

    Al primo secolo d.C. è riconducibile la prima realizzazione sicuramente termale; le fasi successive conservano l'impostazione generale del complesso e la distribuzione funzionale degli ambienti, con un generalizzato intervento di consolidamento strutturale. L'abbandono ebbe inizio a partire dal quarto secolo d.C.

    Fonte: Ente provinciale turismo Potenza

     

     

    Il parco archeologico

     

    L'unicità del caso di Venosa emerge dalle possibilità che questo centro offre avendo conservato una notevole parte dell'area urbanizzata in antico priva di edilizia moderna; il comprensorio della Santissima Trinità, ricco di testimonianze di una continua occupazione dalla fase repubblicana romana all'età medioevale inoltrata, non ha infatti subito il traumatico inserimento della città moderna ed offre dunque un esempio rarissimo di stratigrafia urbana antica e medioevale indisturbata in un centro moderno.

    La particolare disponibilità di questa città a divenire un caposaldo nello studio dell'evolversi dei centri di fondazione antica e vissuti continuativamente fino ad oggi è altresì garantita dalla qualità delle testimonianze monumentali e dalla vasta gamma delle tipologie architettoniche conservate.

    I modelli delle di impianti abitativi verificabili nella zona del Santissima Trinità possono tradurre in chiave areale, e dunque completare, i documenti monumentali conservati a livello episodico e parziale negli isolati della città moderna; il rapporto tra gli spazi pubblici e privati nella stessa area-pilota può guidare l'analisi filosofica del parcellario del centro storico; la presenza di impianti specialistici (anfiteatro, terme) è indizio del livello di monumenti che non potevano essere assenti in un centro la cui immagine era di massimo rilievo nell'ideologia della urbanitas antica.

    Non diversamente la qualificazione architettonica dei monumenti ecclesiali della zona della Santissima Trinità in vita alla formulazione di problematiche anche nel campo delle testimonianze quasi sempre indirette di analoghi complessi, che altrove hanno lasciato brani monumentali riutilizzati o inglobati in successive superfetazioni, dalla cattedrale al castello.

    L'impianto termale, l'anfiteatro e il complesso ecclesiale della Santissima Trinità costituiscono i monumenti principali dell'itinerario archeologico, ma per evitare che si pongano quali episodi isolati nella lettura storica e topografica del comprensorio devono costituire le tappe del continuum della città. In tal senso accanto al plafond del tessuto abitativo assume grande significato la maglia viaria antica che sarà sempre più con il procedere delle ricerche l'elemento di collegamento tra le varie aree del parco, individuando già di per sé il filo del percorso attrezzato secondo il concetto informatore di "capire una città percorrendo le sue strade".

    Fonte: Ente provinciale turismo Potenza