In un’area già occupata da edilizia residenziale, di cui sono visibili alcuni resti murari e pavimentali, come il mosaico con testa di Medusa di età imperiale (A), sorse tra il quinto e sesto secolo la cattedrale di Venosa, comportando anche l’ammodernamento dell’asse stradale che definisce verso ovest l’INSULA EPISCOPALIS.
Il complesso che gli scavi hanno restituito si compone di due chiese, una visibile al di sotto della chiesa della Santissima Trinità, e l’altra sul suo fianco occidentale. Quest’ultimo si configura in un edificio a terminazioni trilobata con deambulatorio esterno, contenente al centro una vasca battesimale esagona (B), provvista di canale di flusso, in passato interpretato come battistero.
Indagini più recenti, esclusa questa possibilità, hanno invece orientato la lettura della struttura trilobata della chiusura di un impianto basicale a tre navate, contenente una seconda vasca (C).
La difficoltà di distinguere tra i muri romani obliterati e quelli reimpiegati in età tardo antica, rinvenuti poco più che a livello di fondazioni, non consente di definire in modo sicuro la planimetria della chiesa, i suoi rapporti con i due ambienti rettangolari posti ad est, dei quali solo uno conserva ancora una ricca pavimentazione musiva, e gli eventuali collegamenti con l’altra chiesa. Analogamente riesce difficile stabilire con certezza la contemporaneità o la successione ai due edifici.
Fonte: Ente provinciale turismo Potenza