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Il Magnifico Viaggio

Il Magnifico Viaggio

Venosa, uno dei borghi più belli d'Italia

Carissimo Visitatore, stai per scoprire i “segreti” di uno dei borghi più belli d’Italia, Venosa, la città di Quinto Orazio Flacco.

Il fascino di Venosa è innegabile. Con i suoi svariati monumenti e i reperti storici è un museo a cielo aperto.

Adesso lasciati sorprendere da quel senso di autenticità unica che si percepisce passeggiando fra le svariate bellezze del centro storico, e sarai subito avvolto in un’atmosfera davvero suggestiva.

Piazza castello con i suoi porticati, ampiamente illuminati fa da sfondo al castello aragonese che ti cattura per la maestosità delle sue quattro torri, immergendoti, in un istante, in una sensazione di incomparabile bellezza.

Nel 1460, ufficialmente per ricostruire la città dopo i gravi danni causati dal terremoto del 1456 ma soprattutto per difendersi dagli assalti del cognato (principe di Taranto) che accampava pretese su Venosa, Pirro dà inizio ai lavori per la costruzione del castello. Allo scopo, si procede alla demolizione dell'antica cattedrale di S. Felice e allo spianamento di un brano cospicuo di tessuto urbano gravitante intorno ad essa.

Nei pressi della torre est del castello si erge la chiesa di san Filippo Neri o del Purgatorio, che con il campanile cuspidato e la parte absidale, completa, in un’articolazione ricca di volumi, il paesaggio urbano addensato nell'area sud-occidentale di Venosa. La barocca facciata della seicentesca chiesa assume il peculiare ruolo di fondale prospettico e fa da scenario alla statua dell’illustre cardinale Giovanni Battista De Luca, il quale sembra vegliare sulla magnifica piazza.

Di fronte al castello c’è la Fontana Angioina, o dei Pilieri (“puliri"), posta all'ingresso occidentale della città antica, che deve la sua costruzione al privilegio, concesso ai venosini da Carlo II d’Angiò nel 1298, di costruire una fontana per la comodità dei viandanti e dei cittadini.

 

P.S. Così come non puoi imparare ad andare in bicicletta soltanto leggendo un libro o vedendo un video così non potrai mai apprezzare realmente l’immensità d’arte e cultura che osserverai in questo sito.

Pertanto tutto quello che puoi vedere e leggere su Venosa non potrà mai i poi mai sostituire un viaggio reale nella nostra magnifica Venosa che ti invitiamo a fare al più presto.

Autore: Antonio Guarino – Nicola Larocca

Via De Luca e Corso Garibaldi

Lasciandoti alle spalle la Cattedrale di S. Andrea, puoi proseguire verso via De Luca incontrando da subito una colonna romana. A poche decine di passi sulla destra c’è un porticato che ti invita a visitare palazzo Dardes e i suoi giardini; invece sulla sinistra trovi vico Lungo, che ti consente di inoltrarti tra gli autentici quartieri popolari di Venosa e tornare alla piazza di Messere Oto “la chiazzodd” o al largo Baliaggio.

Avanzando per Via De Luca incontri sulla sinistra un palazzo antico (quasi in rovina), proprietà di una delle famiglie più importanti della storia venosina del secolo scorso “i Lauridia”.

Lasciando via De Luca, ti trovi su C.so Garibaldi; a pochi passi sulla sinistra incontri via San Martino, con l’omonima chiesa, considerata la più antica di Venosa, sicuramente anteriore al 1200. Pur nell’estrema sua sobrietà, la facciata della chiesa di S. Martino, percepibile solo all’improvviso da chi proviene dalla via omonima o dal vico della Posta, desta sorpresa e stupore e non finisce mai di farsi ammirare per la sua familiarità con l’ambiente urbano circostante.

Proseguendo arrivi al quartiere del “ù Massaròn” con la tipica fontana di quartiere.
Andando avanti, dal primo vicolo a sinistra puoi intravedere in lontananza piazza Orazio e se ti inoltri per circa 20 passi puoi vedere le spalle della statua del poeta latino e la tipica fontana.

Andando avanti ti trovi davanti ad un cavalcavia su grandi arcate a sesto acuto che a Venosa è chiamato “U spurt”. Questo diaframma che modula la visuale della strada e determina una discontinuità del gradiente luministico costituisce una delle testimonianze più tangibili dell’eredità urbana tardo-medievale. Attualmente è sorretto da un impalcatura metallica a causa di danni subiti in seguito al terremoto del 1980; è comunque la posizione ideale per ammirare in prospettiva il campanile della chiesa di S. Giovanni.

Poco più avanti c’è il vicolo più stretto del paese, che misura 72 cm, che porta al sito dell’ex convento di San Benedetto.

Continuando arrivi in piazza Giovanni Ninni nella quale è situata la chiesa e il convento di Santa Maria della Pace, parzialmente in corso di restauro, mentre sul lato opposto vi è uno stabile (Palazzo Veltri) che all’inizio del secolo era adibito a ospedale civile.

Da piazza Ninni, la strada da percorrere per vedere la chiesa di San Biagio è davvero poca, bastano pochissimi passi. La peculiarità di questa Chiesa (prime notizie 1566) è data dal suo essere incastonata in un ambiente urbano definito dall’andamento assai irregolare delle strade. Di questa si può solamente osservare la facciate esterna perché ormai è sconsacrata.

Dalla chiesa di Santa Maria per un vicoletto si raggiunge la piazzetta San Pietro. Un tempo, non troppo lontano, qui esisteva una piccola chiesa per la devozione del santo apostolo. Questa piazzetta è collegata, attraverso una rete di vicoli, al caratteristico quartiere medievale di San Nicola, che fiancheggia la via Roma ove si trova l’omonima chiesetta.

Così come non puoi imparare ad andare in bicicletta soltanto leggendo un libro o vedendo un video così non potrai mai apprezzare realmente l’immensità d’arte e cultura che osserverai in questo sito. Pertanto tutto quello che puoi vedere e leggere su Venosa non potrà mai i poi mai sostituire un viaggio reale nella nostra magnifica Venosa che ti invitiamo a fare al più presto.

Autori: Antonio Guarino – Nicola Larocca

Corso Vittorio Emanuele

Lasciandoti alle spalle l’ingresso del castello, ti trovi di fronte C.so Vittorio Emanuele, una strada lunga e stretta interamente pavimentata in pietra.

Lungo il percorso si incontrano numerosi negozi e strettissimi vicoli che ti portano nei quartieri più antichi della città. A metà percorso c’è un palazzo moderno, in completa distonia con il paesaggio urbano, posizionato sul sito del vecchio convento di San Benedetto.

Proseguendo ti trovi a piazza Orazio, luogo in cui è situata la statua dedicata ad Orazio, illustre poeta latino, attrattiva principale, circondata da antichi palazzi che grazie al recente restauro adornano la piazza.

Continuando incontri la chiesa e convento di S. Domenico e ancora più avanti si trova il Palazzo del Baliaggio, residenza dei Balì dell’Ordine dei Cavalieri di Malta per quasi 500 anni, attualmente adibito ad hotel e ristorante.

Procedendo si arriva alla fontana di “Messere Oto”. Caratteristica piazzetta per via di un grande leone di pietra posto su una vasca quadrata che in passato serviva da lavatoio e alle spalle il belvedere che si affaccia sul Vallone del Reale.

Ritornando sul corso è facile notare una scultura di pietra incastonata nella muratura di una vecchia abitazione. Trattasi di una stele funeraria di nobili romani togati con strane orecchie a sventola. Da lì si intravede piazza Municipio, un luogo importante, per la presenza di diversi monumenti: la Cattedrale di S. Andrea, il Palazzo Calvini attualmente sede del Governo venosino, la statua di Vincenzo Tangorra, il palazzo vescovile.

Lasciando piazza municipio e incamminandoti verso la via Frusci il viaggio continua attraversando il caratteristico quartiere delle “saline” (russaleie). Nei primi decenni del XIII secolo, a Venosa fu istituito il fondaco del sale (o di “privativa”), che viene localizzato in quest’area centrale del promontorio, tuttora detta “delle saline”. (Il sale, proveniente da Barletta, da Venosa veniva distribuito alle città lucane di Melfi, Rapolla, Barile, Ripacandida, S. Fele, Ruvo, Acerenza, Forenza, Maschito, Genzano, Palazzo, Montemilone, e Lavello).

Dopo le ultime case del centro abitato, si incrocia la via Roma. Qui è posto l’antico castello longobardo, attuale sede dei Padri trinitari, già Seminario e istututo dei Salesiani.

A questo punto puoi proseguire verso i monumenti più antichi e rappresentativi di Venosa incontrando per prima la chiesa di S. Rocco, il Parco Archeologico, l’anfiteatro romano e il complesso dell’Abazia della SS.Trinità.

Uscendo del tutto dalla città a circa due chilometri c’è la collina della Maddalena ove gli ebrei nel V e Vi sec. d.C. scavarono, nel tufo granulare vulcanico, le loro catacombe accanto alle quali, più tardi, i cristiani scaveranno le loro.

Autori: Antonio Guarino – Nicola Larocca

Da Piazza Castello a Via Appia

Allontanandosi da piazza castello verso la "città nuova" raggiungi via Tangorra, all'inizio della quale è stata posta una statuetta della madonna del buon Cammino, protettrice degli automobilisti.

Proseguendo ancora ti inoltri nel corso principale di Venosa, l'antica via Appia, dove i cittadini usano trascorrere il loro tempo libero a passeggiare e a sedersi nella villa comunale e nei parchi giochi.

Lungo il percorso incontri la chiesa di San Michele con il palazzo La Torre, antica Commenda dei Cavalieri di Malta e tracce evidenti dell'acquedotto romano; quindi la chiesa della Madonna delle Grazie con il convento dei Cappuccini. Voluta nel 1503 dal vescovo Bernardino di Buongiovanni per una gran peste che imperversava a Venosa, fu edificata con il nome di S. Sebastiano. Successivamente sorgerà il convento dei Cappuccini.

Avanzando ancora puoi fare una sosta nella pineta dove hai la possibilità di avere un po' di relax, seduto comodamente sulle panchine di legno all'ombra dei pini secolari, magari lasciando i tuoi bambini a divertirsi sulle attrezzature del piccolo parco giochi.

Proseguendo ancora la via Appia, sulla destra, si trova il campo da calcio, il campo da tennis coperto e la cantina vinicola, dove viene prodotto un ottimo Aglianico.

Poco distante c'è un parco acquatico ben attrezzato che offre all'ospite divertimento e confort trasformando una calda giornata estiva in una fresca e sensazionale esperienza di piacere e benessere.

Il visitatore più dinamico può proseguire la sua esplorazione andando a Montalbo dove si trova la chiesa della Madonna SS Maria Vergine, luogo di festeggiamenti nel lunedì di Pasquetta e area pic nic durante la stagione calda. Sulla cima di Montalbo si trova il centro polivalente recentemente ristrutturato e affidato ai monaci. Lì puoi osservare la maestosa croce alta 18 metri, ben visibile di sera dalla città perché è illuminata.

Autori: Antonio Guarino – Nicola Larocca

Via Delle Fornaci

 

Uscendo dal castello e costeggiando il lato destro si percorre Via delle Fornaci, lungo la quale si apriva un tempo l’ingresso originario del castello.

La strada conduce alle fornaci, grotte scavate nella collina e prospicienti la valle del Reale , dove, da tempi remoti e fino agli inizi di questo secolo, abili artigiani diedero vita ad una delle industrie locali più tipiche, quella della lavorazione del vasellame in terracotta.

Nella valle del Reale, infine, si incontra una fontana, la Romanesca, che la tradizione vuole costruita dai Romani, mentre una leggenda popolare racconta dei magici poteri delle sue acque, capaci di ammaliare chiunque ne beva.

Fontana La Romanesca