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    Corso Vittorio Emanuele

    Lasciandoti alle spalle l’ingresso del castello, ti trovi di fronte C.so Vittorio Emanuele, una strada lunga e stretta interamente pavimentata in pietra.

    Lungo il percorso si incontrano numerosi negozi e strettissimi vicoli che ti portano nei quartieri più antichi della città. A metà percorso c’è un palazzo moderno, in completa distonia con il paesaggio urbano, posizionato sul sito del vecchio convento di San Benedetto.

    Proseguendo ti trovi a piazza Orazio, luogo in cui è situata la statua dedicata ad Orazio, illustre poeta latino, attrattiva principale, circondata da antichi palazzi che grazie al recente restauro adornano la piazza.

    Continuando incontri la chiesa e convento di S. Domenico e ancora più avanti si trova il Palazzo del Baliaggio, residenza dei Balì dell’Ordine dei Cavalieri di Malta per quasi 500 anni, attualmente adibito ad hotel e ristorante.

    Procedendo si arriva alla fontana di “Messere Oto”. Caratteristica piazzetta per via di un grande leone di pietra posto su una vasca quadrata che in passato serviva da lavatoio e alle spalle il belvedere che si affaccia sul Vallone del Reale.

    Ritornando sul corso è facile notare una scultura di pietra incastonata nella muratura di una vecchia abitazione. Trattasi di una stele funeraria di nobili romani togati con strane orecchie a sventola. Da lì si intravede piazza Municipio, un luogo importante, per la presenza di diversi monumenti: la Cattedrale di S. Andrea, il Palazzo Calvini attualmente sede del Governo venosino, la statua di Vincenzo Tangorra, il palazzo vescovile.

    Lasciando piazza municipio e incamminandoti verso la via Frusci il viaggio continua attraversando il caratteristico quartiere delle “saline” (russaleie). Nei primi decenni del XIII secolo, a Venosa fu istituito il fondaco del sale (o di “privativa”), che viene localizzato in quest’area centrale del promontorio, tuttora detta “delle saline”. (Il sale, proveniente da Barletta, da Venosa veniva distribuito alle città lucane di Melfi, Rapolla, Barile, Ripacandida, S. Fele, Ruvo, Acerenza, Forenza, Maschito, Genzano, Palazzo, Montemilone, e Lavello).

    Dopo le ultime case del centro abitato, si incrocia la via Roma. Qui è posto l’antico castello longobardo, attuale sede dei Padri trinitari, già Seminario e istututo dei Salesiani.

    A questo punto puoi proseguire verso i monumenti più antichi e rappresentativi di Venosa incontrando per prima la chiesa di S. Rocco, il Parco Archeologico, l’anfiteatro romano e il complesso dell’Abazia della SS.Trinità.

    Uscendo del tutto dalla città a circa due chilometri c’è la collina della Maddalena ove gli ebrei nel V e Vi sec. d.C. scavarono, nel tufo granulare vulcanico, le loro catacombe accanto alle quali, più tardi, i cristiani scaveranno le loro.

    Autori: Antonio Guarino – Nicola Larocca

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