Archivio di agosto 2011
Ricetta – U Cazz’ Berr
SAPORI NOSTRANI DEI TEMPI PASSATI
U CAZZ’ BERR
INGREDIENTI PER 4 PERSONE:
6 PEPERONI DOLCI SECCHI, 1/5 KG DI POMODORINI CIGLIEGINO, OLIO DI OLIVA A PIACERE, SALE.
6 PPREGN SCHT, MIZZ CHEIL D PUMDAUR P A PENN, D’UGL QUANT N VU’, E NA ZENG D SL.
PREPARAZIONE:
ARROSTIRE SULLA FIAMMA DEL GAS I PEPERONI E TAGLIARLI A PEZZETTI O SBRICIOLARLI IN UN PIATTO, POI AGGIUNGERE I POMODORINI SPACCATI A META’, CONDIRE CON OLIO E SALE E MESCOLARE BENE.
BUON APPETITO!
AROST I PPREGN SOP U GAS, PO’ I TAGL A PIZAPIZ, E I MIT IENT U PIAT, PO TAGL I PUMDAUR A MT, MIT D’UGL, E U SL, PO MISC TOT COS NZIM.
E PO’ NO,TIN CHE MANG!
BUN APTEIT
Fan Venosa.org: Raffaele Ferrazzano
Cattedrale San Andrea e Felice
La cattedrale di S. Andrea è la principale attrattiva di piazza Municipio, fu eretta per volere del duca Pirro Del Balzo Orsini, tra il 1470 e il 1500, e venne consacrata circa trent'anni dopo. Per rendere possibile la costruzione furono demolite l'antica chiesa greca, dedicata a S. Basilio e le abitazioni adiacenti. Lungo la gradinata d'accesso sono presenti bassorilievi del XV sec. circa, forse è ciò che rimane dai restauri avvenuti nel tempo. All'interno la chiesa è suddivisa in due livelli e tre navate, decorate con archi a sesto acuto. Mentre il piano inferiore ospita la tomba di Maria Donata Orsini, moglie del Duca Pirro Del Balzo. Autore: Antonio Guarino |
Notturno 2010 – Nicola Larocca |
Interno
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Ricetta – Pasta alla Chitarra e Cicerchie
SAPORI NOSTRANI DEI TEMPI PASSATI
Maccaraun aù turchi e cecerch
Spaghetti alla chitarra e cicerchia
Ingredienti per 3 persone
Farina di semola gr.400
(Farein d carlentein)
Acqua tiepida, quanto basta
Procedura
Impastare la semola con acqua tiepida e sale, una volta ottenuto il composto liscio e omogeneo
lasciar riposare per 15 minuti.
Stendere l’impasto in modo sottile, quindi procedere al taglio dei spaghetti, ricordandosi di spolverarli di farina per evitare che si leghino fra di loro
Cottura cicerchia
Ingredienti per 3 persone
Cicerchie gr. 250
Cecerchi nà quart
olio gr. 30
Procedura
La sera prima della cottura mettere a bagno le cicerchie con un pizzico di sale e acqua tiepida.
Cuocere a fiamma bassa insieme agli altri ingredienti, raggiunta la cottura, 2 ore circa, si avrà una purea bianca e densa. Appena l’acqua bolle versare la pasta e lasciare cuocere per qualche minuto. Scolare e unire la purea amalgamando il tutto e servire il piatto in abbinamento al vino tipico della zona, l’Aglianico.
Autore: Antonio Guarino
Ricetta – Peperoni Cruschi a Ciambotta
SAPORI NOSTRANI DEI TEMPI PASSATI
Cazz’mbell – P’p’regn a ciambott
Peperoni cruschi a ciambotta
Ingredienti per 6 persone
Ppregn secct
Peperoncini (diavolicchi) essicati gr. 600
Pmduridd ross
pomodori ciliegine gr. 300
Ugli d’auleiv
Olio di oliva gr. 100
S’l
Sale gr.10
N’u specchie d’agli
Aglio – spicchi n.1
Procedimento
Arrostire i peperoni cruschi da tutti i lati sul fuoco, tagliarli in maniera grossolana e sistemarli in un recipiente. Aggiungere il pomodorino tagliato in due e condirlo con olio di oliva, l’aglio schiacciato e il sale.
Esecuzione facile.
Cenni storici
Questo è il tipico piatto del contadino per eccellenza. Esso viene consumato soprattutto in inverno, quando non è più possibile lavorare la terra, per via del cattivo tempo. Stando in casa si coglie il momento migliore per gustare insieme alla sua famiglia i prodotti della terra, che ha coltivato e conservato con amore.
Autore: Antonio Guarino
Ricetta – Pan Cotto
SAPORI NOSTRANI DEI TEMPI PASSATI
Pancotto (Pn cutt)
Ingredienti x 6 persone
500g di pane raffermo di grano duro
(Pn tust de carlentèin trecind gramm)
1,5 litri d’acqua
(Nu letr e mizz d’acqu)
2 spicchi d’aglio
(Daui specchi dagli)
3 cipolle tagliate in 4 parti
(Daui cepodd a quatt part)
4 patate tagliate sottili
(Quatt paten tagliet fain)
600g di cime di rape
(Cemetrep, quattcind gramm)
200g di sedano
(Acci, cindcenquanda gramm)
100g di pomodorini al filo
(Pmduridd, cind gramm)
3 uova
(Tre ov)
200 g di lardo
(Llard, dicind gramm)
Procedimento
Quando l’acqua è sul punto di bollire, salate e aggiungete l’aglio, la cipolla a pezzi e i pomodorini, lasciando cuocere per circa 10 minuti. Unite il resto delle verdure con il sedano e le patate. Aggiungere le uova sgusciate e lasciar cuocere ancora qualche minuto. Scolare dall’acqua, a parte far sciogliere il lardo in una padella. Ricoprire il pane quando il tutto si è sciolto lasciandolo nella pentola. Infine disporre il resto del lardo sciolto con il residuo del soffritto del lardo e servire caldo.
Autore: Antonio Guarino
Ricetta – Fave Marsicate
SAPORI NOSTRANI DEI TEMPI PASSATI
L f’v aggrapplt cù pumdor
Fave marsicate
Ingredienti x 6 persone
F’v secct c la scorz
Fave secche con la buccia senza nasello gr. 600
Ugli d’auleiv
Olio di oliva gr. 50
Pmduridd ross
Pomodorini ciliegia gr. 200
Acce
Sedano gr. 100
S’l gruss
Sale grosso gr. 20
Duie specch d’agli
Aglio – spicchi n. 2
Procedimento
Tenere le fave in acqua tiepida e poco sale in ammollo per un’intera nottata. Sciacquarle e portarle sul fuoco in una pentola a bordi alti. Coprirle con abbondante acqua, aggiungendo il sedano tritato, il sale, i pomodorini appena schiacciati e l’aglio. Portare ad ebollizione e cuocere a fiamma bassa. A cottura avvenuta, servirle con pane abbrustolito e un filo di olio di oliva crudo.
Esecuzione medio – facile
Cenni storici
È una zuppa della tipologia delle frumentade, ma ad esse sicuramente precedente nella zona, per le sue caratteristiche di acclimatazione e di coltivazione, da tempi più antichi rispetto al frumento. Tra le possibili varianti di questo classico dell’alimentazione povera, si propone una versione in bianco, cioè fave cotte senza la buccia.
Autore: Antonio Guarino
Terme
Il complesso è costituito da una serie di ambienti allineati lungo la strada basolata. Dall'ingresso da sud-ovest (A) si accede all'ambiente probabilmente adibito a spogliatoio (C), al vano per i bagni freddi (B) decorato con mosaico ad animali marini è provvisto di vasca semicircolare. Un passaggio (oggi non più visibile) metteva in comunicazione con i vani riscaldati; il primo (D) era originariamente pavimentato in marmo e conserva ancora oggi in parete i tubi di terracotta per il riscaldamento mediante aria calda, che vi affluiva da un'intercapedine sottostante al pavimento e comunicanti con i forni (E). Analogo sistema e utilizzato nei due vani seguenti (F), rispettivamente un altro TEPIDARIUM o ambiente per la sa una (LACONICUM) e la stanza per i bagni caldi (G) provvista di vasca in muratura.
Il complesso comprendete ambienti di servizio (H) alle spalle del CALIDARIUM e un cortile porticato su un lato sud-ovest (I), forse palestra.
Nella sistemazione attualmente visibile, risalente al secondo secolo d.C. e con ristrutturazioni di terzo secolo d.C., i vani caldi D-F appaiono suddivisi e i settore affiancati sulla strada sono utilizzati come sete per nuovi forni. Alcuni ambienti realizzati in blocchi di tufo (B1), nell'area sottostante il mosaico del FRIGIDARIUM, oggi ricoperti, sembrerebbero relativi ad un edificio pubblico di notevole mole di età repubblicana (II-I secolo avanti Cristo), di cui al momento non sembra riconoscibile una destinazione coerente con le fasi successive. Al primo secolo d.C. è riconducibile la prima realizzazione sicuramente termale; le fasi successive conservano l'impostazione generale del complesso e la distribuzione funzionale degli ambienti, con un generalizzato intervento di consolidamento strutturale. L'abbandono ebbe inizio a partire dal quarto secolo d.C.
Fonte: Ente provinciale turismo Potenza
Parco Archeologico
L’unicità del caso di Venosa emerge dalle possibilità che questo centro offre avendo conservato una notevole parte dell’area urbanizzata in antico priva di edilizia moderna; il comprensorio della Santissima Trinità, ricco di testimonianze di una continua occupazione dalla fase repubblicana romana all’età medioevale inoltrata, non ha infatti subito il traumatico inserimento della città moderna ed offre dunque un esempio rarissimo di stratigrafia urbana antica e medioevale indisturbata in un centro moderno.
La particolare disponibilità di questa città a divenire un caposaldo nello studio dell’evolversi dei centri di fondazione antica e vissuti continuativamente fino ad oggi è altresì garantita dalla qualità delle testimonianze monumentali e dalla vasta gamma delle tipologie architettoniche conservate.
I modelli delle di impianti abitativi verificabili nella zona del Santissima Trinità possono tradurre in chiave areale, e dunque completare, i documenti monumentali conservati a livello episodico e parziale negli isolati della città moderna; il rapporto tra gli spazi pubblici e privati nella stessa area-pilota può guidare l’analisi filosofica del parcellario del centro storico; la presenza di impianti specialistici (anfiteatro, terme) è indizio del livello di monumenti che non potevano essere assenti in un centro la cui immagine era di massimo rilievo nell’ideologia della urbanitas antica.
Non diversamente la qualificazione architettonica dei monumenti ecclesiali della zona della Santissima Trinità in vita alla formulazione di problematiche anche nel campo delle testimonianze quasi sempre indirette di analoghi complessi, che altrove hanno lasciato brani monumentali riutilizzati o inglobati in successive superfetazioni, dalla cattedrale al castello.
L’impianto termale, l’anfiteatro e il complesso ecclesiale della Santissima Trinità costituiscono i monumenti principali dell’itinerario archeologico, ma per evitare che si pongano quali episodi isolati nella lettura storica e topografica del comprensorio devono costituire le tappe del continuum della città. In tal senso accanto al plafond del tessuto abitativo assume grande significato la maglia viaria antica che sarà sempre più con il procedere delle ricerche l’elemento di collegamento tra le varie aree del parco, individuando già di per sé il filo del percorso attrezzato secondo il concetto informatore di “capire una città percorrendo le sue strade”.
Fonte: Ente provinciale turismo Potenza
Festa Patronale di San Rocco