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    Libro ricette di Venosa

    Nuovo libro ricette tradizionali di Venosa

    Ecco la copertina del nuovo libro di ricette tradizionali di Venosa.

    ATTENZIONE: il libro non è disponibile presso le librerie. Per averne una copia (se ancora disponibile, perchè le copie sono limitate)

    invia una email a info@venosa.org.

    Puoi scaricare l'indice dal link qui sotto.

    indice RICETTE VENOSA NICOLALAROCCA

    ricette di Venosa

    copertina-libro-ricette-venosa_01

    Ricetta – U Cazz’ Berr

    SAPORI NOSTRANI DEI TEMPI PASSATI
    U CAZZ’ BERR

    INGREDIENTI PER 4 PERSONE:

    6 PEPERONI DOLCI SECCHI, 1/5 KG DI POMODORINI CIGLIEGINO, OLIO DI OLIVA A PIACERE, SALE.
    6 PPREGN SCHT, MIZZ CHEIL D PUMDAUR P A PENN, D’UGL QUANT N VU’, E NA ZENG D SL.

    PREPARAZIONE:
    ARROSTIRE SULLA FIAMMA DEL GAS I PEPERONI E TAGLIARLI A PEZZETTI O SBRICIOLARLI IN UN PIATTO, POI AGGIUNGERE I POMODORINI SPACCATI A META’, CONDIRE CON OLIO E SALE E MESCOLARE BENE.
    BUON APPETITO!

    AROST I PPREGN SOP U GAS, PO’ I TAGL A PIZAPIZ, E I MIT IENT U PIAT, PO TAGL I PUMDAUR A MT, MIT D’UGL, E U SL, PO MISC TOT COS NZIM.
    E PO’ NO,TIN CHE MANG!
    BUN APTEIT

    Fan Venosa.org: Raffaele Ferrazzano

    Cattedrale San Andrea e Felice

    La cattedrale di S. Andrea è la principale attrattiva di piazza Municipio, fu eretta per volere del duca Pirro Del Balzo Orsini, tra il 1470 e il 1500, e venne consacrata circa trent'anni dopo. Per rendere possibile la costruzione furono demolite l'antica chiesa greca, dedicata a S. Basilio e le abitazioni adiacenti.

    Lungo la gradinata d'accesso sono presenti bassorilievi del XV sec. circa, forse è ciò che rimane dai restauri avvenuti nel tempo. All'interno la chiesa è suddivisa in due livelli e tre navate, decorate con archi a sesto acuto. Mentre il piano inferiore ospita la tomba di Maria Donata Orsini, moglie del Duca Pirro Del Balzo.

    Autore: Antonio Guarino

     

    Notturno 2010 – Nicola Larocca

    Interno

     

     

    Ricetta – Pasta alla Chitarra e Cicerchie

    SAPORI NOSTRANI DEI TEMPI PASSATI
    Maccaraun aù turchi e cecerch

    Spaghetti alla chitarra e cicerchia

    Ingredienti per 3 persone
    Farina di semola gr.400
    (Farein d carlentein)

    Acqua tiepida, quanto basta

    Procedura
    Impastare la semola con acqua tiepida e sale, una volta ottenuto il composto liscio e omogeneo
    lasciar riposare per 15 minuti.
    Stendere l’impasto in modo sottile, quindi procedere al taglio dei spaghetti, ricordandosi di spolverarli di farina per evitare che si leghino fra di loro

    Cottura cicerchia
    Ingredienti per 3 persone
    Cicerchie gr. 250
    Cecerchi nà quart

    olio gr. 30

    Procedura
    La sera prima della cottura mettere a bagno le cicerchie con un pizzico di sale e acqua tiepida.
    Cuocere a fiamma bassa insieme agli altri ingredienti, raggiunta la cottura, 2 ore circa, si avrà una purea bianca e densa. Appena l’acqua bolle versare la pasta e lasciare cuocere per qualche minuto. Scolare e unire la purea amalgamando il tutto e servire il piatto in abbinamento al vino tipico della zona, l’Aglianico.

    Autore: Antonio Guarino

    Ricetta – Peperoni Cruschi a Ciambotta

    SAPORI NOSTRANI DEI TEMPI PASSATI
    Cazz’mbell – P’p’regn a ciambott

    Peperoni cruschi a ciambotta

    Ingredienti per 6 persone

    Ppregn secct
    Peperoncini (diavolicchi) essicati gr. 600

    Pmduridd ross
    pomodori ciliegine gr. 300

    Ugli d’auleiv
    Olio di oliva gr. 100

    S’l
    Sale gr.10

    N’u specchie d’agli
    Aglio – spicchi n.1

    Procedimento
    Arrostire i peperoni cruschi da tutti i lati sul fuoco, tagliarli in maniera grossolana e sistemarli in un recipiente. Aggiungere il pomodorino tagliato in due e condirlo con olio di oliva, l’aglio schiacciato e il sale.
    Esecuzione facile.

    Cenni storici
    Questo è il tipico piatto del contadino per eccellenza. Esso viene consumato soprattutto in inverno, quando non è più possibile lavorare la terra, per via del cattivo tempo. Stando in casa si coglie il momento migliore per gustare insieme alla sua famiglia i prodotti della terra, che ha coltivato e conservato con amore.

    Autore: Antonio Guarino

    Ricetta – Pan Cotto

    SAPORI NOSTRANI DEI TEMPI PASSATI
    Pancotto (Pn cutt)

    Ingredienti x 6 persone
    500g di pane raffermo di grano duro
    (Pn tust de carlentèin trecind gramm)

    1,5 litri d’acqua
    (Nu letr e mizz d’acqu)

    2 spicchi d’aglio
    (Daui specchi dagli)

    3 cipolle tagliate in 4 parti
    (Daui cepodd a quatt part)

    4 patate tagliate sottili
    (Quatt paten tagliet fain)

    600g di cime di rape
    (Cemetrep, quattcind gramm)

    200g di sedano
    (Acci, cindcenquanda gramm)

    100g di pomodorini al filo
    (Pmduridd, cind gramm)

    3 uova
    (Tre ov)

    200 g di lardo
    (Llard, dicind gramm)

    Procedimento
    Quando l’acqua è sul punto di bollire, salate e aggiungete l’aglio, la cipolla a pezzi e i pomodorini, lasciando cuocere per circa 10 minuti. Unite il resto delle verdure con il sedano e le patate. Aggiungere le uova sgusciate e lasciar cuocere ancora qualche minuto. Scolare dall’acqua, a parte far sciogliere il lardo in una padella. Ricoprire il pane quando il tutto si è sciolto lasciandolo nella pentola. Infine disporre il resto del lardo sciolto con il residuo del soffritto del lardo e servire caldo.

    Autore: Antonio Guarino

    Ricetta – Fave Marsicate

    SAPORI NOSTRANI DEI TEMPI PASSATI
    L f’v aggrapplt cù pumdor

    Fave marsicate

    Ingredienti x 6 persone
    F’v secct c la scorz
    Fave secche con la buccia senza nasello gr. 600

    Ugli d’auleiv
    Olio di oliva gr. 50

    Pmduridd ross
    Pomodorini ciliegia gr. 200

    Acce
    Sedano gr. 100

    S’l gruss
    Sale grosso gr. 20

    Duie specch d’agli
    Aglio – spicchi n. 2

    Procedimento
    Tenere le fave in acqua tiepida e poco sale in ammollo per un’intera nottata. Sciacquarle e portarle sul fuoco in una pentola a bordi alti. Coprirle con abbondante acqua, aggiungendo il sedano tritato, il sale, i pomodorini appena schiacciati e l’aglio. Portare ad ebollizione e cuocere a fiamma bassa. A cottura avvenuta, servirle con pane abbrustolito e un filo di olio di oliva crudo.

    Esecuzione medio – facile

    Cenni storici
    È una zuppa della tipologia delle frumentade, ma ad esse sicuramente precedente nella zona, per le sue caratteristiche di acclimatazione e di coltivazione, da tempi più antichi rispetto al frumento. Tra le possibili varianti di questo classico dell’alimentazione povera, si propone una versione in bianco, cioè fave cotte senza la buccia.

    Autore: Antonio Guarino

    Terme

    Il complesso è costituito da una serie di ambienti allineati lungo la strada basolata. Dall'ingresso da sud-ovest (A) si accede all'ambiente probabilmente adibito a spogliatoio (C), al vano per i bagni freddi (B) decorato con mosaico ad animali marini è provvisto di vasca semicircolare. Un passaggio (oggi non più visibile) metteva in comunicazione con i vani riscaldati; il primo (D) era originariamente pavimentato in marmo e conserva ancora oggi in parete i tubi di terracotta per il riscaldamento mediante aria calda, che vi affluiva da un'intercapedine sottostante al pavimento e comunicanti con i forni (E). Analogo sistema e utilizzato nei due vani seguenti (F), rispettivamente un altro TEPIDARIUM o ambiente per la sa una (LACONICUM) e la stanza per i bagni caldi (G) provvista di vasca in muratura.

    Il complesso comprendete ambienti di servizio (H) alle spalle del CALIDARIUM e un cortile porticato su un lato sud-ovest (I), forse palestra.

    Nella sistemazione attualmente visibile, risalente al secondo secolo d.C. e con ristrutturazioni di terzo secolo d.C., i vani caldi D-F appaiono suddivisi e i settore affiancati sulla strada sono utilizzati come sete per nuovi forni. Alcuni ambienti realizzati in blocchi di tufo (B1), nell'area sottostante il mosaico del FRIGIDARIUM, oggi ricoperti, sembrerebbero relativi ad un edificio pubblico di notevole mole di età repubblicana (II-I secolo avanti Cristo), di cui al momento non sembra riconoscibile una destinazione coerente con le fasi successive. Al primo secolo d.C. è riconducibile la prima realizzazione sicuramente termale; le fasi successive conservano l'impostazione generale del complesso e la distribuzione funzionale degli ambienti, con un generalizzato intervento di consolidamento strutturale. L'abbandono ebbe inizio a partire dal quarto secolo d.C.

    Fonte: Ente provinciale turismo Potenza

    Parco Archeologico

    L’unicità del caso di Venosa emerge dalle possibilità che questo centro offre avendo conservato una notevole parte dell’area urbanizzata in antico priva di edilizia moderna; il comprensorio della Santissima Trinità, ricco di testimonianze di una continua occupazione dalla fase repubblicana romana all’età medioevale inoltrata, non ha infatti subito il traumatico inserimento della città moderna ed offre dunque un esempio rarissimo di stratigrafia urbana antica e medioevale indisturbata in un centro moderno.

    La particolare disponibilità di questa città a divenire un caposaldo nello studio dell’evolversi dei centri di fondazione antica e vissuti continuativamente fino ad oggi è altresì garantita dalla qualità delle testimonianze monumentali e dalla vasta gamma delle tipologie architettoniche conservate.

    I modelli delle di impianti abitativi verificabili nella zona del Santissima Trinità possono tradurre in chiave areale, e dunque completare, i documenti monumentali conservati a livello episodico e parziale negli isolati della città moderna; il rapporto tra gli spazi pubblici e privati nella stessa area-pilota può guidare l’analisi filosofica del parcellario del centro storico; la presenza di impianti specialistici (anfiteatro, terme) è indizio del livello di monumenti che non potevano essere assenti in un centro la cui immagine era di massimo rilievo nell’ideologia della urbanitas antica.

    Non diversamente la qualificazione architettonica dei monumenti ecclesiali della zona della Santissima Trinità in vita alla formulazione di problematiche anche nel campo delle testimonianze quasi sempre indirette di analoghi complessi, che altrove hanno lasciato brani monumentali riutilizzati o inglobati in successive superfetazioni, dalla cattedrale al castello.

    L’impianto termale, l’anfiteatro e il complesso ecclesiale della Santissima Trinità costituiscono i monumenti principali dell’itinerario archeologico, ma per evitare che si pongano quali episodi isolati nella lettura storica e topografica del comprensorio devono costituire le tappe del continuum della città. In tal senso accanto al plafond del tessuto abitativo assume grande significato la maglia viaria antica che sarà sempre più con il procedere delle ricerche l’elemento di collegamento tra le varie aree del parco, individuando già di per sé il filo del percorso attrezzato secondo il concetto informatore di “capire una città percorrendo le sue strade”.

    Fonte: Ente provinciale turismo Potenza

    Festa Patronale di San Rocco

    16 Agosto

    Il principale protettore di Venosa è S. Felice, martirizzato proprio in questa città. La devozione popolare ha eletto a coprotettore S. Rocco la cui festa si è sempre celebrata la prima domenica di Agosto ed era preceduta come per tutte le feste religiose da una novena nella caratteristica chiesa, situata all'ingresso sud del paese.

    Dalla chiesa a conclusione della festa partiva la processione che attraversava tutte le vie cittadine e che si concludeva con gli immancabili fuochi d'artificio. La festa che aveva la durata di 3 giorni era caratterizzata da un avvenimento all'epoca eccezionale cioè la presenza nella nostra città di una orchestra lirico-sinfonica.

    Il graduale instaurarsi della festa dell'emigrante che si celebra in concomitanza con il ferragosto ha fatto sì che la ricorrenza dei due festeggiamenti sia dedicato negli stessi giorni. Anche oggi luminarie caratteristiche ed orchestre moderne allietano i giorni della festa.